Interveniamo in merito alle notizie che riportano – quotidianamente e da diversi giorni – la notizia dell’aumento del costo dei biglietti di bus e tram nel tentativo di fare chiarezza.

Nel lontano 07 ottobre 2013, l’allora Assessore Regionale ai Trasporti, il messinese Antonino Bartolotta, con proprio decreto (D.A. n. 2432), ha fissato in euro 1,40 la “tariffa minima per biglietto di corsa semplice nei Comuni di Palermo, Catania e Messina” (vedi allegato C al sopra citato decreto).

Nello stesso atto si ribadisce che le tariffe per il trasporto pubblico locale vanno aggiornate alle variazioni ISTAT per il tempo trascorso dall’ultimo aggiornamento. Essendo decorsi quasi sette anni da tale decreto, la tariffa di 1,50 euro per un biglietto - non di corsa semplice, ma con validità 100 minuti - può ritenersi conforme ai criteri di calcolo previsti dalla normativa regionale.

Come è stato correttamente riportato da alcune testate giornalistiche, ogni Comune può prevedere una tariffa più bassa di quella minima stabilita a livello regionale. In tal caso, però, lo stesso ente deve rimborsare alle aziende esercenti il servizio la minor somma incassata per ogni biglietto venduto.

Nel caso di Catania, vale la pena ricordare che - per il periodo dal 2014 al 2018 - l’AMT vanta un credito di svariati milioni di euro nei confronti del Comune di Catania (peraltro, in dissesto finanziario) per il rimborso delle differenze sul costo dei biglietti, credito che ad oggi non è riuscita ad incassare.

Sarebbe invece più interessante capire in base a quali criteri o valutazioni si sia, a suo tempo, deciso che il Comune di Messina non dovesse riconoscere né tantomeno rimborsare ad ATM, oggi in liquidazione, la differenza tra la tariffa applicata di 1,20 euro (stabilita dallo stesso ente) e quella di 1,40 euro prevista come minima dalla Regione Siciliana, aggravando così ulteriormente le sofferenze finanziarie di quella azienda speciale.

ATM S.p.A
Il Presidente
Giuseppe Campagna